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Tassonomia e morfologia

 

Il termine Carabide deriva dalla parola greca Karabos che significa scarafaggio, sebbene questo gruppo di coleotteri predatori sia filogeneticamente lontano dall’ordine Blattodea. I Carabidi appartengono al sottordine Adephaga Clairville, 1806, il quale si differenzia dagli altri tre sottordini di Coleoptera (Archostemata, Myxophaga,e Polyphaga) per avere le metacoxe fuse con il metasterno e le suture notopleurali del protorace visibili.

La famiglia Carabidae (Latreille, 1810) comprende almeno 20.000 specie descritte. Secondo alcuni autori (Csiki, Junck e Schenkling, 1927-33) il numero esatto di specie sarebbe pari a 18.529, mentre per altri (Thiele, 1977 e Lorenz, 1998) la cifra ammonterebbe a 40.000. La fauna italiana è rappresentata da circa 1300 specie: 1218 secondo il Catalogo Magistretti (1965) e 1245 + 45 dubbie secondo la più recente Checklist prodotta da Vigna Taglianti (1993). Il territorio italiano, se confrontato con quello europeo, per cui le specie presenti sono circa 2800, presenta una elevata biodiversità.

Nell’ambito della sottofamiglia Carabinae, il genere Carabus, nel nostro paese, è rappresentato da 53 specie, 3 delle quali (Carabus olympiae Sella, 1855; Carabus planatus Chaudoir, 1843; Carabus cychroides Baudi, 1860) con areali estremamente ristretti.

C.olympiae ha un profilo del corpo allungato; capo robusto, più stretto del protorace, provvisto di mandibole falciformi; occhi piccoli; antenne lunghe e sottili; pronoto subquadrato con evidente doccia mediana; elitre a profilo ovalare allungato con scultura omodinama; ali metatoraciche ridotte (brachitterismo) e completamente inadatte al volo; zampe robuste di lunghezza normale.

Dimensioni: il C. olympiae è certamente uno dei più grandi Carabidi italiani; presenta infatti una lunghezza variabile dai 28 ai 37 mm.

 

 

 

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